Cos'è per definizione un foro cieco

Un foro viene definito cieco quando non c’è luce dalla parte sottostante. In genere si pratica su legni e materie plastiche allo scopo di non penetrare dal lato opposto per salvaguardare il fattore estetico. Questo tipo di foro tra l’altro spesso viene utilizzato per svariate funzioni, come ad esempio sui laterali delle ante di un armadio in modo da creare l’alloggio per delle cerniere a scatto. Grazie a ciò, è possibile nascondere i suddetti elementi di fissaggio ed avere la superficie a vista perfettamente pulita. In riferimento a quanto sin qui premesso, vediamo cosa c’è da sapere di più sul foro cieco, come e con quale utensile praticarlo.

I vari tipi di fori ciechi

I fori ciechi possono essere differenti tra loro sia per diametro che per profondità. Inoltre per praticarli correttamente sono disponibili delle fresa a tazza nonché dei materiali per rivestirli, come ad esempio bulloni e altri supporti fissabili rispettivamente con un dato esagonale (incastrato nella parte bassa del foro) e con colla. Inoltre va aggiunto che quando si intende progettare degli oggetti in legno che necessitano di punti di ancoraggio nascosti, il foro cieco è sicuramente un’ottima scelta. Le suddette frese a tazza per legno, sono tra l’altro disponibili di svariate dimensioni e con dentature standard adatte per forare legni morbidi (abete o pino) o della tipologia extra forte per quelli più duri (castagno ed ebano).

Come si pratica un foro cieco?

Se sul legno bisogna praticare un foro cieco come descritto in precedenza, le frese a tazza si rivelano gli utensili appropriati. Infatti oltre a consentire di creare la scanalatura del diametro e della profondità desiderata, permettono anche di ottenere un foro cieco perfettamente sferico. Questa operazione è tra l’altro possibile grazie a delle altre tipologie di frese note come punte a tazza per legno. Nello specifico si tratta di elementi di taglio anch’essi della forma circolare e con una dentatura affilata, ma con la differenza che giusto al centro vantano una punta acuminata che consente di non praticare il foro cieco fuori centro. L’utilizzo della fresa a tazza per legno è possibile con un trapano da usare manualmente (per fori ciechi poco profondi), oppure montato su un supporto specifico con braccetto regolabile verticale. Grazie a ciò, un foro cieco sul legno può essere effettuato dalla profondità desiderata e dal diametro perfetto.

Il distanziatore per frese a tazza

Quando si tratta di praticare un foro cieco con una fresa a tazza oppure utilizzando una punta a tazza per legno, il modo migliore per assicurarsi che la profondità sia quella giusta e quindi non correre il rischio di perforare il materiale da parte a parte, sul mercato tradizionale ed online è disponibile anche un apposito distanziatore. Nello specifico si tratta di un cilindro di metallo forato al centro di circa un centimetro di spessore e di due centimetri di diametro. L’utilizzo è molto semplice; infatti, basta inserire al suo interno la punta della fresa a tazza all’altezza desiderata, bloccandola poi con la vite laterale di cui il distanziatore è dotato. Grazie a questo semplice ma funzionale accorgimento, qualsiasi foro cieco sul legno può avvenire rasentando i limiti della perfezione e quindi senza correre il rischio di dover ripetere l’operazione in caso di errore. A margine è importante sottolineare che il distanziatore può essere applicato alla suddetta fresa a tazza indipendentemente se quest’ultima si intende utilizzarla con il trapano a mano oppure fissato ad un supporto per la traslazione verticale. Per quanto riguarda invece i fori ciechi con una profondità minima cioè inferiore ad un centimetro, è importante sapere che il cono morsa di cui ogni singola fresa a tazza è dotata, ne permette l’inserimento in un manico con mandrino di chiusura e quindi ideale per l’utilizzo manuale.

Di Drew